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Il potere dell’arte nell’epoca della sua riproducibilità digitale

Orario: 17:30/18:30
Ospiti: Marco Mancuso (Digicult, IUAV Venezia e Università di Bologna), Valentina Tanni (NABA), Amerigo Mariotti (Adiacenze)
Moderatrice: Bianca Cavuti

Siamo entrati nell’era digitale. E l’era digitale è entrata in noi. Non siamo più gli stessi individui di un tempo. In meglio e in peggio. Non pensiamo, parliamo, leggiamo, ascoltiamo, vediamo più allo stesso modo. E non scriviamo, fotografiamo, né, addirittura, facciamo più l’amore allo stesso modo.”

Il carattere lapidario dell’ormai celebre introduzione di Fred Richtin a Dopo la fotografia è un’ottima sintesi della contemporanea pervasività tecnologica e ci dà la misura di quale sia il reale impatto che le tecnologie hanno sulle nostre vite.

Sono ormai più di trent’anni che studiosi di diversa formazione e provenienza hanno iniziato ad interrogarsi su cosa voglia dire, riprendendo il titolo di un famoso libro di Nicholas Negroponte, essere digitali. E ancora più tempo è passato da quando un personaggio fondamentale quale è stato Marshall McLuhan ha iniziato a capire l’importanza di comprendere i nuovi strumenti di comunicazione che negli anni Sessanta si andavano sviluppando come conditio sine qua non per un loro corretto utilizzo.

Ed è proprio McLuhan che, in Understanding Media, scrive che “Gli effetti della tecnologia non si verificano infatti al livello delle opinioni e dei concetti, ma alterano costantemente, e senza incontrare resistenza, le reazioni sensoriali e le forme di percezione. Soltanto l’artista (quello autentico) può essere in grado di fronteggiare impunemente la tecnologia, e questo perché la sua esperienza lo rende in qualche modo consapevole dei mutamenti che intervengono nella percezione sensoriale.”

Una delle chiavi di lettura di questi cambiamenti può essere cercata allora nell’analisi delle relazioni tra arte e nuove tecnologie. Che tipo di rapporto si è instaurato nel tempo tra produzione artistica e sviluppo tecnologico? Quali pratiche e quali estetiche sono emerse, e in che modo gli artisti le hanno utilizzate e continuano ad utilizzarle per riflettere sulla contemporaneità? Come si collocano questi ultimi nella sovrapposizione fra uso e critica del digitale, ragionando sull’impatto di queste nuove tecnologie e sulla loro capacità di determinare equilibri e squilibri sociali?

L’incontro parte da questi interrogativi per esplorare il legame tra arte e cultura digitale oggi, prendendo come punti di riferimento i lavori di quegli artisti che consapevolmente si collocano all’intersezione tra arte, scienza e tecnologia, cercando proprio tra le pieghe del dialogo transdisciplinare nuove prospettive critiche sul presente.


Valentina Tanni

Storica dell’arte, curatrice e docente; la sua ricerca è incentrata sul rapporto tra arte e tecnologia, con particolare attenzione alle culture del web. Insegna Digital Art al Politecnico di Milano e Culture Digitali alla NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Roma e Milano.  Ha pubblicato “Random. Navigando contro mano, alla scoperta dell’arte in rete” (Link editions, 2011) e “Memestetica. Il settembre eterno dell’arte” (Nero, 2020). Da novembre 2020 è membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Quadriennale di Roma.

Marco Mancuso

Critico, curatore e ricercatore. Dal circa vent’anni si occupa dell’impatto delle tecnologie e della scienza sull’arte, il design e la cultura contemporanea, dopo aver fondato la piattaforma per l’arte digitale Digicult nel 2005, tra una laurea in Chimica all’Università Statale di Milano e un dottorato di ricerca in Culture Digitali all’Università Iuav di Venezia. Insegna presso l’Università Alma Mater di Bologna, l’Accademia di Belle Arti Carrara di Bergamo e Naba Milano. Ha curato mostre ed eventi, tra cui il programma di incontri Digitalks (2020), i seminari Arte e Futuro e I nuovi corpi (2019), il progetto Fantomologia (2018), le personali Fino alla fine (2018) di Guido Segni e Click Clack (2017) di Virgilio Villoresi, il padiglione Italia della mostra Streaming Egos (2015), la collettiva The Mediagate (2012), la performance Laser Tag (2008), il progetto +39:Call for Italy (2007), il festival Mixed Media (2006). Ha collaborato negli anni con i più importanti media lab e festival internazionali tra cui Transmediale, Sonar+D, Sonic Acts, Baltan Laboratories, STRP, Nemo, V2, Elektra, Todaysart, Impakt tra gli altri. Tiene conferenze e prende parte a tavole rotonde, è tra i fondatori del centro studi SSH – Sound Studies Hub dell’Università Iuav di Venezia, partner del programma europeo EMAP/EMARE ed è advisory board member del Museo della Scienza e Tecnologia di Milano. Ha pubblicato i libri “Arte, Tecnologia e Scienza” (2018) e “Intervista con a New Media Art” (2020) per Mimesis Edizioni.

Marco Mancuso

Nasce nel 1978 a Lanciano in provincia di Chieti. Dal 2010 è fondatore e direttore artistico, insieme a Daniela Tozzi, dello spazio espositivo ADIACENZE. Lavora nell’ambito dell’arte, del design e dell’architettura tra Bologna e San Salvo in Abruzzo, dove si occupa del suo studio associato. Ad Adiacenze si occupa di scouting, progettazione e allestimento delle mostre e dei progetti speciali.

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