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Sciopero generale dei portuali cileni: blocco dei porti e mobilitazione internazionale

Lo scorso 21 ottobre il sindacato di lavoratori portuali chileno, Unión Portuaria de Chile, ha dato il via a uno sciopero indefinito contro la repressione, lo Stato d’Eccezione e il coprifuoco, decretati e attuati dal governo di Sebastián Piñera in risposta all’insurrezione popolare (segnaliamo questo post di Nicolas Palacios che spiega brevemente come mai il rincaro dei biglietti della metropolitana di Santiago abbia dato il là a una mobilitazione diffusa in tutto il paese:

https://urbanlimits.city/2019/10/19/state-violence-direct-action-and-the-right-to-the-city-santiago-and-its-public-transport/

Storicamente combattiva, soprattutto nel porto di Valparaíso, oggi al centro di grandi trasformazioni logistiche, questo sindacato si è reso protagonista, nel dicembre scorso, di uno sciopero di 36 giorni per mettere fine alle pessime condizioni di lavoro e ai salari a cottimo della maggioranza dei lavoratori di quel porto, il che ha portato a un ricambio nella leadership del sindacato, e una sua trasformazione in senso democratico e di base.

Riportiamo il comunicato con cui la Unión Portuaria de Chile, a livello nazionale, ha indetto uno sciopero generale indefinito e il blocco dei terminal portuali. Lo sciopero sta interessando le seguenti città: Iquique, Antofagasta, Caldera, Huasco, Chañaral, Tocopilla Quintero Ventanas, parte de Valparaíso, San Antonio STI, Puerto Central, Panul, Penco, Lirquén, Muelle  Cap, Talcahuano, San Vicente, Puerto Montt, Corrral, Calbuco, Chacabuco, Punta Arenas.

DICHIARAZIONE PUBBLICA DELL’UNIONE PORTUALE DEL CILE

Paralisi nazionale a sostegno del popolo cileno I lavoratori portuali hanno deciso di avviare un blocco nei terminal portuali del nostro paese in SOLIDARIETÀ con le rivendicazioni e la lotte che tutti i cileni hanno portato avanti su tutto il territorio nazionale. Comprendiamo che la lotta per strada è legittima, ed è importante prendere le distanze da coloro che dicono che la protesta sociale promuova atti di vandalismo.

Appoggiamo le persone che difendono le loro case da persone senza scrupoli che non sono interessate alle lotte sociali e approfittano di questa situazione di caos per commettere atti criminali. È una protesta, non
un saccheggio.

In linea con quanto detto, rifiutiamo anche che il presidente Piñera parli di un nemico interno e di una situazione di guerra. Questo, nella linea di militarizzare le strade e dichiarare uno Stato d’Eccezione non è altro che denigrare la domanda sociale, spegnere il fuoco con la benzina e legittimare l’autodifesa del popolo cileno.

Oggi PARALIZZIAMO IL PAESE. Non solo a causa delle richieste sindacali, ma perché riteniamo che la situazione apra uno SCENARIO DI RIFONDAZIONE e che il Cile non sarà più lo stesso da ora in poi.

Abbiamo già convocato uno SCIOPERO GENERALE in cui tutte le persone si esprimano, con spirito democratico e trasformativo. Noi lavoratori portuali lavoriamo a un cambiamento politico e sociale e
pertanto proponiamo al movimento sindacale nel suo insieme di chiedere la convocazione di un’ASSEMBLEA COSTITUENTE DEI LAVORATORI E DI TUTTO IL POPOLO.

Solo un’Assemblea costituente aprirà la possibilità di discutere di un nuovo modello produttivo, industriale e di sviluppo, un nuovo quadro di relazioni sindacali, una rinazionalizzazione del rame e delle risorse naturali, e altre richieste portate avanti dal nostro popolo.

Infine, stiamo assistendo a una grave CRISI DI RAPPRESENTATIVÀ. Il governo non è in sintonia con il popolo, e questo problema si esprime nel ricorso a una politica della paura e alla violenza militare per garantire la governabilità. Pertanto, non ci fidiamo di loro.

Noi lavoratori portuali paralizzamo i porti e scendiamo in strada. Allo sciopero generale! Per un’assemblea costituente! Per difendere il popolo! Non ci sono grandi risultati senza una grande lotta!

UNIONE PORTUALE DEL CILE


Nel frattempo, l’International Dockworker Council, che raggruppa 93 sindacati e 120.000 lavoratotori portuali in tutto il mondo, minaccia di bloccare tutti i container che provengano da porti cileni. Riportiamo anche il loro comunicato.

SOLIDARIETÀ CON IL POPOLO CILENO

L’International Dockworker Council, con i suoi piú di 120.000 lavoratori e 93 sindacati affiliati in tutto il mondo, esprime la sua più assoluta solidarietà con il popolo cileno e le sue giuste richieste, ripudiando le misure dittatoriali imposte dal suo presidente Sebastián Piñera Echenique. Abbiamo visto con orrore che l’intervento di polizia e Forze Armate ha lasciato un saldo, per ora, di 15 morti, centinaia di feriti e detenuti; una tragedia che si ripete dopo 46 anni in uno Stato Democratico.

Conosciamo le esigenze del popolo cileno, totalmente legittime, specialmente quelle di rivendicazione sociale, previdenza, salute, educazione, servizi basici come elettricitá, acqua, e un lungo eccetera. Riteniamo impresentabile che il Cile, essendo uno dei paesi con un’economia stabile a livello latinoamericano, abbia costretto i suoi abitanti a scendere in piazza per confrontarsi con le forze di polizia per chiedere soluzioni ed essere ascoltato, di fronte ad abusi eccessivi da parte del governo, che fa aumentare giorno dopo giorno la vita dei cittadini. Crediamo che l’organizzazione sociale e la protesta siano azioni legittime in uno Stato di diritto, il quale devono garantire le condizioni adeguate affinché non queste non finiscano con morti e feriti, come abbiamo visto in questi giorni di mobilitazione. Siamo energici nell’indicare che le misure di controllo applicate sono inaccettabili.

Esprimiamo il nostro pieno sostegno alle sorelle e ai fratelli cileni che si mobilitano per le loro giuste e legittime richieste. Facciamo un forte appello al Presidente della Repubblica, Sig. Sebastián Piñera Echenique, di mettere fine alle misure di controllo, al coprifuoco e di disporre il ritiro immediato delle forze armate dalle strade; misure iniziali per avviare un dialogo costruttivo, senza il quale vedremo continuare ad aumentare morti e feriti. Signor Presidente, chiediamo di ascoltare e risolvere le esigenze del popolo cileno, dimttere fine ai privilegi di pochi. Siamo in costante comunicazione con le organizzazioni portuali dei porti cileni che finora realizzato bilitazioni solidali e tempestive.

Signor Presidente, non ci costringiamo a intraprendere azioni che potrebbero danneggiare ulteriormente l’economia; noi esprimiamo la nostra solidarietá con i poveri di tutto il mondo. Rimaniamo in allerta, e disposti a bloccare i carichi provenienti dal Cile in altri porti del mondo.

Basta abusi.

Basta disuguaglianza.

Bassta miseria.

Basta assassinii.

Basta menzogne.

Non un passo indietro!

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