Art Projects, Eventi

Data is a Relation, not a Property [ITA]

Il Padiglione Platform Austria alla Biennale di Architettura di Venezia 2021 arriva a Bologna con una mostra, conferenze e workshop.
Qui la versione in inglese dell’articolo.


Dal 5 maggio al 14 giugno 2023 @Officina Dumbo
Da lunedì a venerdì, ore 10-19

Nell’ultimo decennio le piattaforme digitali sono passate dall’essere sconosciute ai più a diventare infrastrutture cruciali della nostra vita quotidiana. Il cosiddetto “capitalismo delle piattaforme” è infatti il modello di business egemone uscito vincitore dalla crisi del 2007-2008. Qui, infatti, si è scatenata una nuova ondata di digitalizzazione e le grandi piattaforme tecnologiche come le cosiddette GAFAM (Google, Amazon, Facebook, Apple, Microsoft), così come le piattaforme settoriali come Deliveroo, Airbnb o Uber per le piccole operazioni quotidiane, sono diventate definitivamente di uso comune.

Platform Austria (https://www.platform-austria.org/it/) ha messo in scena a Venezia un resoconto polifonico, profondo e puntuale di questo processo di ” piattaformizzazione” dell’esistenza, con uno sguardo specifico al cosiddetto “platform urbanism”, ovvero le forme, le dinamiche e i modi in cui le piattaforme digitali trasformano l’urbano e le sue forme di vita. Un’esplorazione visiva, testuale, teorica, artistica e di ricerca, che ha aperto sguardi innovativi su questi temi.

La città di Bologna è fortemente investita da un processo di piattaformizzazione. Si pensi al ruolo di piattaforme come Airbnb per i flussi turistici, alla rilevanza del food delivery e alle lotte dei rider negli ultimi anni, alle nuove infrastrutture logistiche che Amazon sta costruendo in città, a quante infrastrutture digitali dell’Università di Bologna sono gestite da piattaforme come Microsoft, e si potrebbero fare molti altri esempi. Bologna, inoltre, è teatro di percorsi come quello del Tecnopolo e della costruzione del gemello digitale, che si misurano con le trasformazioni epocali del capitalismo delle piattaforme e le affrontano in modo diverso da quello delle grandi corporation tecnologiche. Si misurano in particolare su uno degli elementi cruciali di questa nuova economia, quello dei dati, la vera materia prima digitale.

L’occasione della mostra bolognese del progetto Platform Austria ci permette quindi di entrare nella complessità, nelle dinamiche, nelle tensioni e nelle tendenze della nostra società delle piattaforme, ma è anche uno spazio pubblico di riflessione e discussione su alcuni degli aspetti cruciali di Bologna. Attraverso la mostra, i workshop e gli interventi, questa seconda vita di Platform Austria sarà in particolare all’insegna dell’approfondimento di uno dei suoi slogan: “I dati sono una relazione, non una proprietà”.


Workshop di pre-apertura

Cosa c’entra l’arte con il digitale? Suggerimenti e approfondimenti
Con Carmen Hines (Technische Universität Wien) e Benjamin Gerdes (Royal Institute of Art di Stoccolma)
5 maggio, ore 16.00-17.30 @Aula Studio Dumbo

Questo workshop si propone di analizzare come l’arte contemporanea si stia trasformando nel vortice della digitalizzazione. Attraverso la discussione e la revisione delle opere di alcuni artisti digitali, si svilupperà un ragionamento collettivo su questo tema, attraverso il confronto con pratiche artistiche eterogenee. In secondo luogo, il workshop intende riflettere su come sia possibile ripensare le forme di esposizione e curatela dell’arte alla luce delle più recenti trasformazioni tecnologiche esemplificate dall’Intelligenza Artificiale.

Carmen Lael Hines è scrittrice, curatrice e ricercatrice critica. Il suo lavoro si colloca all’intersezione tra arte contemporanea, architettura, design e teoria critica. Il suo lavoro si inserisce nei nodi tra la teoria della riproduzione sociale e il capitalismo delle piattaforme, che ha portato a ricerche che esplorano, tra gli altri argomenti, la domotica, le piattaforme di incontri e la contraccezione digitale. Attualmente lavora presso il Dipartimento di Culture Visive dell’Università Tecnica di Vienna, dove si occupa di scrivere per diverse pubblicazioni del dipartimento, tra cui il libro di prossima pubblicazione “Incorporating Informality” e insegna nei corsi di laurea e di specializzazione in teoria critica.
Benjamin Gerdes è un artista, scrittore e organizzatore che lavora con video e format pubblici, individualmente e collettivamente. È interessato alle intersezioni tra politica radicale, produzione di conoscenza e immaginazione popolare. Il suo lavoro si concentra sulle conseguenze affettive e sociali dei regimi economici e statali, indagando sui metodi con cui l’arte e i progetti culturali possono contribuire al cambiamento sociale. I suoi progetti emergono attraverso processi di ricerca a lungo termine in dialogo con attivisti, sindacalisti, architetti e geografi, tra gli altri. Mostre e proiezioni includono: Centre Pompidou, National Gallery of Art (Washington, D.C.), New Museum (New York), Rotterdam International Film Festival, Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea di Göteborg, Biennale di Architettura di Venezia e Tate Modern. Dopo due decenni trascorsi a New York, attualmente insegna al Royal Institute of Art di Stoccolma, dove guida un gruppo di professori e dirige il progetto di ricerca artistica finanziato dallo Swedish Research Council: “Ghost Platform”,Generating the “Complex Image” of Data, Labour, and Logistics”.


Talk di apertura

I dati sono una relazione, non una proprietà
Con Peter Mörtenböck e Helge Mooshammer (curatori di Platform Austria e professori alla Technische Universität Wien)
5 maggio, ore 18.30-19.30 @Officina Dumbo
Il talk sarà in inglese con una restituzione dei contenuti in italiano. A seguire aperitivo.

“Data is a Relation Not a Property” suggerisce una lettura della composizione e dello scopo dei dati diversa da quella che ha dominato i discorsi orientati al mercato. Piuttosto che un bene quasi naturale e commerciabile, proponiamo di intendere i dati come un mezzo prodotto collettivamente per organizzare la convivenza sociale. La posta in gioco nella governance dei dati non è quindi tanto il valore che attribuiamo ai dati, ma il modo in cui diamo valore alle relazioni che sono alla base della generazione dei dati.

In questa introduzione alla mostra omonima, esploreremo la pletora di legami emergenti tra il capitalismo dei dati e l’attuale trasformazione delle nostre città: Accanto alle opere visive di oltre 40 collaboratori, discuteremo le tipologie socio-spaziali in espansione dell’urbanistica delle piattaforme e il loro ruolo nelle pratiche neoliberali di estrazione dei dati.

Helge Mooshammer è un teorico culturale e architetto con sede presso la Vienna University of Technology e il Goldsmiths College, University of London.
Peter Mörtenböck è professore di cultura visiva presso la Vienna University of Technology e ricercatore presso il Goldsmiths College, University of London.
Il lavoro congiunto di Mörtenböck e Mooshammer riguarda le nuove forme di produzione spaziale in relazione agli attuali processi di cambiamento planetario e alle dinamiche che li informano: conflitti geopolitici, urbanizzazione capitalistica, nuove tecnologie e sviluppi socio-economici associati come la mediatizzazione, la finanziarizzazione e l’informalizzazione.
Tra i progetti di ricerca a lungo termine in corso figurano “Data Publics”, “World of Matter” e “Incorporating Informality”, quest’ultimo un progetto successivo a “Other Markets” (2010-15). Altri progetti precedenti includono “Relational Architecture” (2006-09) e “Networked Cultures” (2005-13).

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