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BrequeDosAPPs. Sciopero dei riders in Brasile

Questo primo luglio in tutto il Brasile è stato realizzato un grande sciopero contro le imprese di delivery. L’iniziativa, nata a San Paolo ma cresciuta in tutte le grandi città e aree metropolitane del paese, e gestita da gruppi di lavoratori in maniera totalmente auto-organizzata, ha avuto una diffusione enormemente maggiore rispetto alle proteste realizzate nel settore negli ultimi anni, e sta mettendo in luce, in una situazione che per il Brasile è totalmente drammatica per via della pandemia, della crisi economica e dell’infame disuguaglianza sociale, il ruolo sempre più centrale dei lavoratori del delivery e della logistica urbana in generale per mantenere in vita importanti settori economici.

In una situazione di questo tipo, le imprese di delivery hanno speculato sull’aumento della disoccupazione aumentando il numero di rider e abbassando ulteriormente i già magri introiti delle corse, incentivando ancor più di prima un clima concorrenziale tra lavoratori, e aumentando i rischi di incidente e di contagio di Coronavirus. Un gruppo di ricerca dell’Universidade Estadual de Campinas – Unicamp, dell’Universidade de São Paulo e di quella di Pernambuco ha segnalato che durante la pandemia la situazione di lavoro dei rider è in effetti enormemente peggiorata: il 25% dei 300 lavoratori intervistati hanno avuto un crollo del proprio reddito e il 56,7% sta lavorando più di nove ore al giorno, per sei o sette giorni alla settimana, per poter garantire la sopravvivenza basica a se stesso e alla propria famiglia. Oltretutto, più del 60% dei lavoratori denuncia il fatto che le imprese di delivery non hanno fornito i dispositivi di protezione minimi necessari per fronteggiare il rischio contagio: mascherine, guanti, alcool in gel.

Questo mercoledì, in concomitanza con lo sciopero, ci sono state anche manifestazioni di piazza, con centinaia e in certi casi parecchie migliaia di partecipanti, in moto o bicicletta. Le APP sono state bloccate a lungo per mancanza di personale, molte consegne sono arrivate in ritardo, e paradossalmente anche i crumiri che hanno approfittato dei bonus ad hoc proposto dalle imprese non sono riusciti a fare tutti gli introiti sperati per il parziale collasso del sistema. A San Paolo, dove c’è stata l’adesione maggiore, per lo meno di piazza, ci sono stati anche blocchi nei principali nodi di distribuzione (centri commerciali, ristoranti e supermercati) per impedire l’attività di delivery dei lavoratori che non hanno scioperato. Non sono mancate nemmeno le campagne di sensibilizzazione dei consumatori, con inviti a non comprare online durante la giornata, a valutare al minimo la qualità delle imprese e a diffondere e solidarizzare con i lavoratori.

Nel frattempo, mentre l’impresa IFood fa sapere che molte delle rivendicazioni sono “giuste” ma senza fare promesse concrete, circolano già date per un nuovo possibile scipero nella seconda settimana di luglio.

Qui di seguito il volantino di lancio dell’iniziativa, tradotto in italiano, e un paio di video creati dal movimento.


SCIOPERO DELLE APP 1 LUGLIO

Questo è un movimento di rider, di tutte le APP, di tutte le città e le periferie del Paese. E’ di chiunque si organizzi nel proprio spazio con i propri compagni, senza leader, per migliori condizioni per tutta la classe.

La pandemia ha mostrato  tutti come il nostro lavoro di rider è essenziale. Se il Brasile non è collassato è perché oggi sta andando su due ruote. Ma corriamo molti rischi, stiamo ricevendo poco e tutti i giorni le APP violano i nostri diritti. Noi non vogliamo essere chiamati eroi, vogliamo solo che il nostro lavoro sia valorizzato.

IL PRIMO LUGLIO GLI FACCIAMO SENTIRE NEL PORTAFOGLI QUELLO CHE NOI SENTIAMO TUTTI I GIORNI!

 

Video di lancio e diffusione della dello sciopero by Treta


RIVENDICAZIONI

  1. AUMENTO DEL VALORE DELLE CORSE E DELLE CONSEGNE

Con la pandemia e la disoccupazione, le APP stanno guadagnando come non mai. Invece di distribuire i profitti per chi sta nella linea del fronte, correndo rischi di incidente e di contrarre il Covid, loro ci hanno abbassato ulteriormente i ricavi delle consegne. Abbiamo bisogno di un valore per km percorso e per consegna effettuata che sia sufficiente per sopravvivere!

  1. AUMENTO DEL VALORE MINIMO PER CONSEGNA

Ci sono giornate in cui finiamo per pagare per lavorare. Passiamo ore per strada, aspettando di ricevere un ordine di consegna della APP. Se non abbiamo un introito minimo che compensi di accendere la moto o salire sulla bici non possiamo lavorare.

  1. FINE DELLE DISCONNESSIONI INGIUSTIFICATE

Le APP usano qualunque scusa per bloccare e sconnettere – a volte, lo fanno proprio dal nulla. Stop ai licenziamenti e alle sconnessioni senza giusta causa! E pretendiamo che tutte e tutti coloro che sono stati disconnessi siano reintegrati.

  1. ASSICURAZIONI PER FURTO, INCIDENTE E SULLA VITA

Vari colleghe e colleghi hanno perso la vita o sono rimasti infortunati o invalidi, impossibilitati a lavorare e sostenere le loro famiglie. Fino a che la APP è attiva, noi stiamo lavorando per l’impresa, e le APP devono farsi carico della nostra sicurezza nel caso di incidente.

  1. FINE DEL SISTEMA A PUNTI

Con il sistema a punti di Rappi, siamo obbligati a lavorare nel weekend per poter fare punti sufficienti per lavorare nel resto della settimana. Dobbiamo poter scegliere quando attivare la APP e lavorare!

  1. SUSSIDIO PANDEMIA (DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE E LICENZE)

Durante la pandemia, stiamo per strada a esporci al Coronavirus, ma abbiamo bisogno di sicurezza per lavorare. Le APP devono pagarci e fornirci i dispositivi di protezione, e nel caso in cui qualcuna o qualcuno di noi contragga il Covid-19 devono pagarci un sussidio per malattia per stare a casa.

 

Video dalla manifestazione a Belo Horizonte by Poemicos e Boladoman

 

Video della Manifestazione a San Paolo

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